Cappotto termico: massime prestazioni in spessori minimi

Vacunanex® di Bifire è un sistema di isolamento a basso spessore certificato Remade Italy che risponde ai requisiti per il Superbonus 110%

Isolare termicamente un edificio tramite cappotto termico comporta non solo una spesa economica non trascurabile, ma anche possibili limiti nell’applicazione a motivo dello spessore che ha un cappotto convenzionale. Oltre a possibili interventi aggiuntivi come la correzione degli sporti di gronda, lo spostamento dei pluviali, il rifacimento di soglie e davanzali, ecc.

In ogni caso questi “limiti” non riescono a mettere in ombra l’interessante occasione offerta dal Superbonus 110% di poter isolare termicamente la propria abitazione portando in detrazione i lavori. Recependo queste esigenze di mercato Bifire, azienda che produce materiali per la protezione passiva in edilizia, per la protezione dall’acqua, per l’acustica e per l’isolamento termico, ha introdotto nel suo catalogo prodotti il sistema Vacunanex® Cappotto.

Vacunanex® Cappotto è un materiale tecnologicamente avanzato ad altissime prestazioni isolanti, composto da cellule micronizzate di polveri a base di ossidi di silice e confezionato sottovuoto. Il cuore del sistema Vacunanex® Cappotto è dunque il pannello sottovuoto, spesso solo 15 mm e con un lambda dichiarato λD di 0,004 W/mK. Questi numeri indicano che Vacunanex®, nella versione cappotto e in uno spessore così ridotto, riesce ad ottenere gli stessi risultati di altri materiali con spessori più rilevanti.

Vacunanex® Cappotto, come funziona?

Il trasferimento del calore avviene in tre diversi modi: conduzioneconvezione e irraggiamento. La convezione avviene quando si hanno moti convettivi dell’aria, ovvero è l’aria stessa a trasportare il calore da una zona all’altra.

Vacunanex® è costituito da un materiale microporoso inorganico, con pori aventi diametro dell’ordine di qualche decina di Tm; questo permette il pressoché annullamento dei moti convettivi all’interno della struttura costituente il pannello.

L’irraggiamento attraverso il pannello Vacunanex® è schermato grazie a particolari opacizzanti, questi permettono di limitare fortemente la trasmissione del calore per irraggiamento. Inoltre, essendo costituito principalmente da ossidi di Silice, il pannello Vacunanex® è in grado di limitare fortemente anche la trasmissione di calore per conduzione, essendo questo materiale poco conduttivo per natura.

Il pannello è poi messo sottovuoto fino ad ottenere una pressione di pochi millibar e poi sigillato e rivestito da una speciale pellicola impermeabile al vapore acqueo e ai gas. Tale processo riduce ulteriormente la mobilità delle poche molecole d’aria contenute nei pori. Di conseguenza il passaggio di calore per convezione attraverso l’aria viene soppresso e il trasferimento di calore per convezione è pressoché inesistente

Vacunanex® Cappotto, il sistema di posa
Vacunanex® Cappotto può essere utilizzato come cappotto sia all’esterno che all’interno. In entrambi i casi il sistema è formato da un nucleo centrale rappresentato dal pannello sottovuoto di 15 mm racchiuso tra due strati di rasante Aquafire® per l’esterno e il Finish® per l’interno. L’ingombro del sistema raggiunge complessivamente uno spessore minimo di 22 mm, una misura molto ridotta ma che permette di ottenere il massimo risultato in termini di isolamento.
 
Vacunanex® Cappotto è un sistema a cappotto incollato, non vanno usati i tasselli, perché perforerebbero il pannello sottovuoto diminuendo la sua capacità isolante. Essendo un sistema, l’efficacia è garantita se vengono utilizzati tutti gli elementi costituenti il sistema e ci si attiene alle indicazioni applicative descritte nelle schede tecniche.

Per esempio per la posa in esterno i passaggi da seguire sono:
1. preparare la superficie muraria da rivestire con primer aggrappante.
2. Posare il profilo di partenza.
3. Spalmare uno strato molto leggero di Rasante Aquafire® sulla muratura per rettificare la superficie e migliorare l’aderenza parete-pannello.
4. Spalmare il Rasante Aquafire® sul pannello con frattazzo dentato da 10mm.
5. Applicare il pannello Vacunanex® Cappotto alla parete.
6. Con l’aiuto di una staggia pareggiare la superficie rivestita.
7. Spalmare uno strato abbondante di Rasante Aquafire® con l’aiuto del frattazzo dentanto da 10mm sul Vacunanex® Cappotto, lavorando in senso verticale.
8. Applicare la Rete Aquafire® sul rasante appena posato, avendo cura di farla penetrare solo superficialmente.
9. Splamare l’intera superficie con un’ulteriore mano di Rasante Aquafire® come lisciatura, lavorando in senso orizzontale.
10. Eseguire la finitura con frattazzo a spugna.
11. Applicare una mano di primer isolante per esterni prima di procedere alla tinteggiatura diretta con pittura acrilsilossanica al quarzo o alla posa dell’intonachino acrilico, acril-silossanico o silossanico. Il prodotto di finitura non è compreso nel sistema e può essere scelto dal progettista o dalla committenza. 
 
In merito all’applicazione da interno del Vacunanex® Cappotto, come detto in precedenza, il prodotto è il medesimo, la modalità applicativa è la stessa, quello che cambia è il prodotto con il quale si incolla e si rasa il Vacunanex®, che è il rasante Finish.
 
Vacunanex® è disponibile in quattro dimensioni 1000 x 600 mm, 600×500 mm, 600x100mm, 200x100mm, per rispondere alle esigenze poste da una facciata come discontinuità, finestre, angoli e spigoli.
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Camini e canne fumarie, perché tutti questi incendi?

Negli edifici ristrutturati gli incendi dei tetti ventilati sono aumentati di numero. Ci vuole più attenzione nell’installazione dei tubi inox

Negli ultimi giorni di intenso freddo sono apparse numerosi allarmi di intossicazioni da monossido di carbonio in conseguenza di mafunzionamenti di apparecchi a biomassa, spesso dovuti alle pessime condizioni dei condotti di evacquazione dei fumi. 

Probabilmente l’elevato numero di incendi connessi a camini è dovuto anche al ritorno in auge della combustione a legna.

IN QUALI TIPI DI INCENDIO SI PUO’ INCORRERE? 

Gli incendi che sono originati dalla presenza di camini sono sostanzialmente:

  1. incendio fuliggine (l’incendio nasce all’interno del camino, per combustione della fuliggine depositata sulla parete interna della canna fumaria)
  2. incendio esterno al camino per surriscaldamento (l’incendio nasce all’esterno del camino, per surriscaldamento dei materiali combustibili vicini alla parete esterna del camino stesso)
  3. incendio dovuto a perdite della canna fumaria (gas caldi oppure scintille)

Tali tipologie di incendio sono legate soprattutto all’impiego di combustibile solido: infatti la fuliggine si crea principalmente in presenza di combustibile solido, ed anche l’alta temperatura dei fumi è una peculiarità dell’impiego dei combustibili solidi. 

INCENDI, QUALI LE CAUSE SCATENANTI?SCARSA MANUTENZIONE. Le cause di questi tipi di incendio sono principalmente dovute a una scarsa manutenzione dello  stesso (pulizia). Per questo motivo è importante eseguire il controllo dei fumi da personale competente, almeno in occasione degli interventi di pulizia che sono obbligatori in base alla legge e ai regolamenti comunali. 

La fuliggine è infatti un ottimo combustibile e, grazie al notevole flusso di aria, potrebbe causare una violenta combustione che produce rapidamente molto calore. In genere è di breve durata (15 – 20 minuti) e produce anche un grande rumore e vibrazioni. Dal camino escono violentemente le faville e fiamme, accompagnate da un fumo acre.
Il calore prodotto ( può arrivare anche a 800 – 1.000 °C ) arroventa la superficie interna e può fare crepare le pareti della canna e i muri confinanti, col pericolo di estendere l’incendio ai mobili e alle travi dei soffitti o del tetto. 

All’esterno le faville che escono dal comignolo possono ricadere su materiali combustibili ed innescare incendi all’esterno dell’abitazione o in edifici o costruzioni adiacenti ed inoltre possono cadere nel canale di gronda (dove possono esservi foglie secche, spini ecc.) e innescare una combustione nell’intercapedine del tetto. Braci e faville possono anche essere portare dal vento in condizioni pericolose.

Gli incendi coinvolgono sia camini “storici”, ubicati in vecchi fabbricati, sia camini “moderni”, realizzati con materiali vari, ed ubicati in fabbricati recenti o recentissimi, o anche in fabbricati storici ristrutturati. E’ opportuno rilevare che la recente diffusione di tetti di tipologia ventilata e struttura portante in legno comporta, sotto l’aspetto antincendio, una facile e rapida propagazione delle fiamme, una difficile individuazione del focolaio a causa dei numerosi possibili percorsi dei fumi, e poi, in fase di spegnimento, una certa difficoltà di attacco delle zone coinvolte dalla combustioneperché favorendo la circolazione dell’aria rende più veloce la propagazione delle fiamme.

INADEGUATEZZA TECNICA. Un altro fattore di pericolo è costituito dall’inadeguatezza tecnica dei camini. Infatti si può assistere ad un sistema di costruzione delle case in modo affrettato e con isolamenti poco accurati. Per questo gli incendi delle canne fumarie danneggiano sempre più frequentemente anche i tetti, creando danni non indifferenti.

Questo fenomeno interessa maggiormente le case appena costruite o ristrutturate. Il problema non è il tubo d’acciaio o quanto previsto dalle nuove norme. È il sistema di isolamento di certi passaggi della canna fumaria che non funziona. Non è un caso, ad esempio, che l’incendio non si limita più alla sola canna fumaria, come accadeva una volta: l’incendio alla canna fumaria diventa puntualmente incendio del tetto. Se la canna fumaria non è ben isolata, ad esempio, e il fuoco riesce ad entrare nell’intercapedine tra le tegole del tetto e il soffitto, l’incendio diventa ben difficile da controllare.

Durante i vari interventi si riscontrano spesso canne fumarie di sezione insufficiente, costruite con materiali non idonei a sopportare alte temperature o rimaneggiate più volte nel corso di ristrutturazioni. 

Un errore molto frequente è quello di realizzare dei condotti fumari in acciaio inox privi di un’adeguata coibentazione – isolazione termica e senza rispettare le distanze minime dagli elementi di fabbrica combustibili (legno, isolanti sintetici, ecc.).Se è pur vero che tale tipologia di camino garantisce un’ottima tenuta ai fumi e all’acqua di condensa, è altrettanto vero che l’acciaio presenta un’elevata conducibilità del calore. 

Se proprio non si riesce ad isolare il tubo in Inox, riducendo i rischi, è possibile evitare danni ingenti scatenati da un incendio con la posa di uno strato di materiale resistente al fuoco (almeno EI 60) al di sopra del tavolato inferiore. L’eventuale incendio della copertura non potrebbe così propagarsi al di sotto dello strato resistente al fuoco, limitando i danni e consentendo l’utilizzo delle abitazioni anche subito dopo l’estinzione e la sistemazione provvisoria del tetto.  

Particolare attenzione va posta nella costruzione di edifici interamente realizzati con strutture in legno. Con la tecnologia dell’intelaiatura con intercapedini isolate, in caso di incendio, si rischia la distruzione completa dell’edificio in breve tempo.

GLI ERRORI PIU’ COMUNI NELLA REALIZZAZIONE DI UN CAMINO

Camini e canne fumarie devono essere ben isolati per evitare che i fumi della combustione facciano raggiungere al legno delle coperture la temperatura di accensione spontanea. 

Gli errori esecutivi del camino che possono causare un incendio sono:

  • camino con Classe di temperatura inferiore alla temperatura nominale effettiva dei fumi (ad es. camino con T 160, adatto per caldaie a gas, usato invece per stufa a legna, con temperatura dei fumi ben maggiore)
  • camino con presenza di materiali combustibili (travi di legno, assi, moquette, ecc.) a distanza inferiore a quella indicata sul codice del camino (ad es. trave posta a 10 mm, quando il codice del camino prevede una distanza minima di 50 mm)
  • camino non “denominato” per incendio fuliggine, ossia non testato per tale evento, ed invece utilizzato per combustibile solido
  • camino non montato correttamente, e quindi con possibili punti caldi (temperatura superficiale esterna superiore rispetto a quella determinata nelle varie prove)
  • impianto termico e camino dimensionati in modo errato.

ALCUNI CONSIGLI IN CASO DI INCIDENTE

Nel caso in cui la canna fumaria prenda fuoco ci sono alcune precauzioni da osservare:

  • Non gettare acqua nel camino dall’alto; toccando le pareti arroventate le farebbe crepare all’istante; inoltre la pressione del vapore acqueo prodotto le può indebolire o distruggere.
  • Bagnare con poca acqua la legna o il combustibile presente nel caminetto, o nella stufa in maniera tale da terminare la combustione in atto nell’apparecchio.
  • Chiudete l’eventuale valvola dell’aria di tiraggio del camino. 
  • Allontanate mobili e altri oggetti dai muri attigui la canna fumaria.

Controllare la qualità della combustione nel proprio  è relativamente semplice, basta prestare attenzione ad alcuni segnali:

BUONA COMBUSTIONECATTIVA CAMBUSTIONE
Fumo quasi invisibileFumo denso all’uscita dal camino di colore da giallo a grigio scuro
Nessun odoreFormazione di cattivi odori a causa delle sostanze
nocive
Cenere grigio chiaro o biancaCenere scura e pesante, con la testa del camino
( comignolo) sporca di nero
Poca fuliggine nei camini e basso consumo di combustibileNotevole consumo di combustibile
Fiamme blu o rosso chiaroFiamme rosse o rosso scuro

Tabella © Vigili del fuoco di Baselga di Pinè

PERCHE’ IL MONOSSIDO DI CARBONIO E’ PERICOLOSO? 

Il monossido di carbonio conosciuto anche come CO ( formula chimica CO dove si ha n°1 atomo di Carbonio e n°1 atomo di Ossigeno) è un veleno che quando viene respirato si accumula nel sangue al posto dell’ossigeno, ( nell’emoglobina del sangue si sostituisce all’ossigeno, con una affinità migliore, rispetto a questo, di ben 250 volte), così il cervello funziona male, la mente perde lucidità, i riflessi diventano lenti, i muscoli sono deboli e fiacchi. È come avere l’influenza. Con dosi maggiori di gas diventa difficile respirare, camminare e quindi si entra in uno stato di coma e si muore. Bastano 10 minuti.

COME ACCORGERSI. E’ molto difficile accorgersi di respirarlo, in quanto esso è invisibile ed inodore. Gli indizi dovuti alla sua presenza, possono essere confusi con altre cause, però è sempre meglio prestare attenzione e fare degli accertamenti immediati, infatti il monossido uccide velocemente. Sintomi di mal di testa e di debolezza, soprattutto quando ci si sveglia. Irritazioni alla gola, al naso ed agli occhi, così pure sensazione di caldo soffocante. Questi sintomi sono molto soggettivi e possono variare da persona a persona. I cani, i gatti ed i piccoli animali possono mostrare anche loro dei sintomi di stanchezza e di perdita di equilibrio, quasi come fossero ubriachi.

I RILEVATORI. I rilevatori di CO sono strumenti dal costo contenuto che producono, con precisione e affidabilità, un allarme anche per basse concentrazioni di CO (220 PPM particelle per milione). Intervengono con segnalazioni luminose o acustiche, oppure possono essere previsti per attivare una ventilazione forzata, per esempio tramite un estrattore l’aria. In pratica però, può succedere che l’utente spenga il rilevatore perché infastidito dalle troppo frequenti e ripetute segnalazioni che, a suo parere risultano ingiustificate dato che nella stanza “non c’erano ne odori ne fumi particolari”. Il monossido di carbonio, si ricorda ancora è un gas inodore ed incolore.

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Stufe e canna fumaria, è tempo di pulizie: i consigli degli spazzacamini

È questa la stagione in cui di norma si eseguono i lavori di pulizia della canna fumaria e di manutenzione di stufe e caminetti, operazioni importantissime per ridurre consumi, aumentare il comfort domestico e la sicurezza. Abbiamo chiesto consigli all’associazione nazionale fumisti e spazzacamini.

Con il freddo che ha bussato alle porte il momento è arrivato: è questa la stagione in cui assicurarsi che le nostre stufe e i nostri caminetti funzionino bene e soprattutto che la canna fumaria sia pulita e tiri alla perfezione. Per questo vi riproponiamo i consigli che ANFUS, l’associazione nazionale fumisti e spazzacamini ha preparato per QualEnergia.it e che avevamo incluso nel nostro speciale tecnico “Riscaldarsi con il pellet e con la legna”.

Acquisto e accatastamento della legna

Il potere calorifico del legno varia notevolmente in base al suo contenuto di umidità. Quando si compra legna verde, umida o bagnata, si sta pagando anche l’acqua che c’è dentro. È consigliato accatastare la legna in file separate in luogo aperto dove il sole estivo può riscaldarla e le brezze possono rimuovere l’umidità.

La combustione

Usare solo legna ben stagionata e abbastanza secca che brucia senza sfrigolare o scoppiettare nel fuoco. Lasciare sempre il controllo dell’aria completamente aperto finché la camera di combustione è piena di fiamme e ben riscaldata.

Controlli visivi del funzionamento

Per verificare se il camino tira si può provare ad avvicinare una candela alla parte alta della bocca del caminetto e controllare. Se la fiamma non si inclina verso l’interno e, nel momento dello spegnimento della candela, il fumo non viene risucchiato all’interno della cappa vuol dire che il tiraggio è insufficiente.

Il trattamento della cenere

Raccogliere in contenitori di metallo con un coperchio a chiusura stagna, appoggiato su pavimento non combustibile o sul terreno lontano da qualsiasi materiale combustibile.

Installazione

Secondo UNI 10683 ad opera di fumista abilitato DM37/08 lettera C limitata.

Manutenzione

Periodica ed effettuata secondo quanto disciplinato dalla normativa tecnica UNI 10847 da spazzacamino abilitato con relativa compilazione del libretto di impianto obbligatorio a partire dal 15 ottobre 2014.

La gestione e la manutenzione

La manutenzione ordinaria dell’impianto fumario si distingue tra ispezione generale e intervento manutentivo, che viene realizzato attraverso alcune fasi:

  • visione dell’impianto, se necessita con video ispezione interna
  • scelta del sistema di pulizia e delle tipologie di spazzole
  • preparazione dell’area di lavoro per evitare uscita di fuliggine
  • azione di pulitura e rimozione fuliggini
  • controllo del passaggio dei fumi, verifica di libero scorrimento fumi, sistemazione dell’impianto per la rimessa in funzione

Le fasi di pulizia

Arrivo sul posto

  1. visualizzazione dell’edificio, tetto e situazione comignoli
  2. visione di come è meglio procedere per l’accesso al tetto e messa in sicurezza del lavoro
  3. se necessario, video ispezione iniziale per scelta delle spazzole e dell’attrezzatura in base alla tipologia della canna fumaria
  4. sigillatura bocca del camino per evitare la fuoriuscita delle fuliggini durante la pulizia
  5. scovolatura a mano o meccanica della canna fumaria
  6. video ispezione finale per visionare la buona riuscita del lavoro e eventualmente trovare anomalie dell’impianto
  7. aspirazione delle fuliggini e pulizia del focolare
  8. prova con penna fumogena del normale funzionamento.

La stagione ottimale e i tempi

Se possibile chiamare lo spazzacamino prima dell’inizio della stagione invernale, perché, oltre alla normale pulizia della canna fumaria, si potranno anche togliere eventuali nidi di uccelli o di insetti formatisi durante la stagione di non utilizzo. Per una normale pulizia di una canna fumaria si impiega circa un’ora e mezza o due in condizioni di una normale pulizia ordinaria, ma in alcuni casi si può impiegare di più.

Le attrezzature necessarie

Per una corretta pulizia le attrezzature sono varie. Si parte dall’intramontabile sistema a battente con scovoli di varie misure al sistema ad aste o con il più moderno sistema meccanico a rotazione. Di fondamentale importanza è la scelta della spazzola da utilizzare che accomuna tutti i tipi di pulizia: in base al materiale di cui è fatta la canna fumaria e la sua forma geometrica si dovrà scegliere il materiale della spazzola. Per esempio nelle moderne canne fumarie in acciaio bisogna usare spazzole non abrasive in ferro, ma con delle setole in nylon o in peck più morbide e meno invasive.

È possibile il fai da te?

Il fai da te – sottolineano dall’associazione nazionale fumisti e spazzacamini – non è assolutamente possibile. Non perché l’utente non sia in grado di far scorrere uno scovolo/riccio nel camino ma perché non è in grado di valutare lo stato reale della sua canna fumaria; primo di tutto per inesperienza (uno spazzacamino vede centinaia di situazioni diverse) e poi per la mancanza delle strumentazioni idonee per una visione particolareggiata, come la video ispezione.

Va considerato inoltre che lo spazzacamino qualificato (e aderente ad ANFUS) ha imparato un metodo di lavoro che consente il rilascio di un documento che attesti l’avvenuta pulizia da presentare alla propria assicurazione nel caso di incendio tetto.

Quali sono i vantaggi della pulizia della canna fumaria e quanto dura il benefico effetto della pulizia?

Avere un camino pulito riduce in modo esponenziale il pericolo di incendio dello stesso che inizialmente coinvolge la struttura del tetto per poi propagarsi all’abitazione sottostante e non per ultimo coinvolgere anche le case vicine. Oggi questo problema è ancora più diffuso con l’aumento della presenza dei tetti auto ventilati. Inoltre, le installazioni dei camini in acciaio effettuate da persone non adeguatamente preparate e ignare delle normative nazionali ed europee che regolano la materia sono la principale causa di incendio insieme alla mancanza di manutenzione periodica.

Un’altra problematica legata al camino non pulito riguarda la riduzione di tiraggio e inevitabilmente un aumento dei consumi. Ad esempio, 0,5 mm di fuliggine aumentano i consumi del 2% per arrivare fino al 16% con soli 3 mm. L’esperienza ci dice che 3 mm di fuliggine si formano nell’arco di poco più di un mese di utilizzo costante del nostro caminetto o stufa.

Quali accortezze e misure di sicurezza vanno prese quando si pulisce una canna fumaria?

La pulizia va ovviamente fatta con le attrezzature idonee a non rovinare il camino sul quale si sta intervenendo. Un semplice esempio: in un camino di acciaio corrugato non potrò certo utilizzare dei ricci in ferro altrimenti andrei a modificare le caratteristiche meccaniche della canna fumaria, compromettendo la tenuta alla pressione, condense, fumi e ceneri. Non bisogna dimenticare mai che per quanto un apparecchio sia sofisticato non può funzionare da solo. I caminetti e le stufe sono impianti di riscaldamento, ovvero impianti termici,e devono essere installati nel rispetto delle normative tecniche e mantenuti periodicamente per lasciarne inalterate nel tempo le caratteristiche e soprattutto per garantire la sicurezza di chi ama il calore del fuoco di legna.

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